"Jsw, verso l’atto definitivo". Spiragli per l’acciaio di Piombino

Carrai: "Positivo l’incontro con Metinvest. Il fallimento di questo progetto non è consentito"

"Jsw, verso l’atto definitivo". Spiragli per l’acciaio di Piombino

Carrai: "Positivo l’incontro con Metinvest. Il fallimento di questo progetto non è consentito"

PIOMBINO (Livorno)

Sarà la volta buona? Nell’ultimo mese si sono rincorsi annunci di accordi raggiunti e poi rinvii della firma ufficiale. Una firma di intesa tra Jsw Steel e Metinvest Adria per la suddivisione delle aree industriali di Piombino che di fatto dà il via a un investimento di oltre due miliardi di euro. Mentre il ministro delle Imprese Adolfo Urso ripete che l’intesa c’è, ed è imminente la firma sull’accordo per le aree, ieri è arrivata anche una nota da Jsw Steel che conferma i progressi. Marco Carrai, vice presidente esecutivo di Jsw Steel Italy, "ha avuto un colloquio molto fruttuoso e collaborativo questa mattina con il ceo di Metinvest Adria Luca Villa, volto a definire il contratto per la suddivisione delle aree" informa l’azienda. "Grazie anche al proficuo lavoro svolto dal Governo – continua Jsw Steel – entro poco verrà finalizzato l’atto definitivo e firmato in modo da sbloccare un’empasse che presta il fianco a speculazioni sul sito di Piombino, che invece necessita di entrambe le società per creare il principale polo dell’acciaio in Italia. Il fallimento di questo progetto non è consentito".

"Stiamo tutti lavorando perché il progetto si concretizzi – spiega Manfredi Potenti, senatore della Lega che anche come parlamentare del territorio ha sempre seguito la vicenda – il Governo è impegnato con forza, ci sono le istituzioni locali e ci sono anche i sindacati che molto responsabilmente tutelano posti di lavoro e sviluppo industriale. Siamo di fronte a un grande investimento per una acciaieria verde che avrà emissioni molto basse, sarà un impianto all’avanguardia, il mio supporto non mancherà".

"Il tempo è scaduto – dice Marco Simiani, deputato Pd del territorio –, servono i fatti, non gli annunci. E’ arrivato il momento che il ministero delle Imprese intervenga non solo a parole e che la parte pubblica prenda l’iniziativa. I terreni coinvolti dai progetti sono di proprietà pubblica e le concessioni che vi insistevano da decenni sono ormai scadute. Vogliamo perdere un investimento da due miliardi?"

Luca Filippi