Michele Bufalino
Cronaca

“Noi, a Tel Aviv sotto la pioggia di missili. Siamo subito scappati nel rifugio con i bimbi”

Elio Bedarida vive a Tel Aviv, racconta l’inferno degli attacchi

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Elio Bedarida insieme alla moglie Dorit. Classe 1972, figlio di livornesi, vive da 10 anni a Tel Aviv

Livorno, 3 ottobre 2024 – I missili sopra la testa, mentre cerca con coraggio di far forza alla propria famiglia. Elio Bedarida, classe 1972, pontederese figlio di livornesi, risiede da 10 anni a Tel Aviv e si racconta dopo l’attacco dei missili iraniani.

Come vivete queste ore?

“La situazione si sta protraendo da troppo tempo, è pesante. Per me, ma anche a mia moglie Dorit e ai miei due figli di 11 e 8 anni”.

Come affrontate la paura e come spiegate la situazione ai vostri figli?

“Ormai da aprile-maggio soffro continuamente di attacchi di panico, è una cosa che hanno tutti qui. I sintomi sono vari, c’è anche chi ricorre agli psicofarmaci, c’è stato un aumento di chi fa ricorso agli psicoterapeuti o agli psicologi. Non dormiamo la notte, ci sentiamo stringere il collo, somatizziamo. Spiegarlo ai figli non è facile, ma siamo sempre stati onesti e fin da quando è stato possibile abbiamo spiegato loro la situazione alla quale ormai purtroppo sono abituati”.

Cosa è successo durante l’attacco?

“Eravamo a casa e ci siamo chiusi subito nel rifugio con i bimbi. Ci era arrivato un messaggio dalla corrispondente israeliana della protezione civile che ci ha invitato a entrare nei rifugi. Qui a Tel Aviv tutti gli edifici, che siano privati o pubblici, sono dotati di rifugi antimissile. E’ così per legge”.

Avete pensato di rientrare in Italia?

“Non abbiamo intenzione di cambiare troppo le nostre abitudini quotidiane, la normalità va salvaguardata. Però avevo dei biglietti per venire a Pisa per altri motivi, era tutto già programmato, ma hanno cancellato i voli”.

Vi sentite al sicuro nei rifugi?

“Bisogna distinguere due tipi di sicurezza: quotidiana e nazionale. A livello generale non potremmo essere più al sicuro, l’Iron Dome ha debellato la maggior parte dei missili e non ci sono vittime, ma quotidianamente non è facile. Pensate all’attentato nel quartiere di Giaffa, a Tel Aviv, da lì passiamo spesso insieme con mia moglie dopo aver accompagnato i bambini a scuole...”.

Adesso cosa vi aspettate?

“Continueremo ad andare avanti con le nostre vite, ma ringrazio tutti quelli che ci sono vicini in questo momento difficile”.