MONICA DOLCIOTTI
Cronaca

Livorno, inchiesta appalti: gli indagati arrivano in Procura

Si attende la convalida dei provvedimenti restrittivi per l'indagine contraddistinta dalla frase-choc ("Brinderemo all'alluvione")

L'arrivo in Procura a Livorno di Riccardo Stefanini (foto Novi)

L'arrivo in Procura a Livorno di Riccardo Stefanini (foto Novi)

Livorno 31 agosto 2018 - Sono stati convocati questa mattina dal gip Antonio Del Forno in Tribunale, per la convalida dei provvedimenti restrittivi, i tre indagati per l'inchiesta sugli appalti truccati della protezione civile di Livorno. Devono rispondere in concorso tra loro dei reati di  turbativa d'asta per la gara multiservizi, Riccardo Stefanini, ex coordinatore della protezione civile, e Emanuele Fiaschi, titolare della ditta livornese Tecnospurghi. Entrambi sono agli arresti domiciliari.

L'indagine ha fatto particolare scalpore per la frase intercettata dagli inquirenti ("Brinderemo all'alluvione") che ricorda in maniera sinistra quella degli sciacalli del terremoto dell'Aquila.

false Fiaschi arriva in Procura a Livorno

Per Nicoletta Frugoli, rappresentante della società romana Comunicaitalia Srl, riguardo alla la gara sull'Alert system, è stato emesso un provvedimento di interdizione dalle sue funzioni.

Non si esclude che i tre indagati si avvarranno della facoltà di non rispondere. Gli appalti finiti nel mirino della squadra mobile sono al centro dell'inchiesta coordinata dal procuratore capo Ettore Squillace Greco: si tratta di appalti sotto la soglia dei 41mila euro e per questo gestiti direttamente da Stefanini. Nel primo appalto da 35 mila euro, Stefanini avrebbe favorito Fiaschi facendo di tutto per scoraggiare un altro imprenditore a partecipare alla gara. Nel secondo, un appalto da 23 mila euro, sempre Stefanini si sarebbe accordato con Frugoli, attraverso uno scambio di mail, sui criteri di scelta per aggiustare  il bando prima che venisse emesso.