
Polizia (foto archivio)
Livorno, 1 giugno 2019 - Sette persone sono state arrestate nella mattinata di ieri per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’operazione, condotta dalla squadra mobile diretta da Valentina Crispi e disposta dal gip Antonio Del Forno su richiesta del pm Massimo Mannucci, ha preso il via alle prime ore dell’alba e si è svolta sia a Livorno che in altre città d’Italia come Roma, Mantova, Lecco, Sondrio, Bergamo e Parma. Nel mirino è finita un’organizzazione composta da sette persone, quattro livornesi e tre napoletani, tutti tra i 37 e i 77 anni, che chiedeva fino a 5mila euro per un matrimonio fittizio, oppure 500 euro per una falsa assunzione e 50 euro per una busta paga contraffatta. Tutti disoccupati o pensionati, con precedenti per lo stesso reato: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il gruppo aveva creato un sistema articolato che consentiva la stipula di contratti di lavoro veri da colf e badanti, con contenuti però falsi, fondamentali per i cittadini extracomunitari a richiedere il permesso di soggiorno in questura. E non solo: dopo l’assunzione, che in alcuni casi è stata anche a tempo indeterminato, dovevano essere corrisposti altri soldi per avere buste paga o certificazione dei redditi, documenti necessari per rinnovare il permesso di soggiorno. Un modus operandi che era già stato utilizzato in passato dagli stessi soggetti e che, nell’ottobre del 2018, non è sfuggito ad un funzionario dell’Inps. Nell’esaminare alcuni contratti di lavoro inviati telematicamente, infatti, ha notato che molti di questi erano intestati in maniera sospetta alla stessa persona, così è partita la segnalazione alla questura che ha immediatamente fatto scattare le indagini.
Mesi di intercettazioni telefoniche e di analisi della documentazione amministrativa in possesso dei vari uffici dell’immigrazione hanno portato a ricostruire il castello messo in piedi dal gruppo, articolato e sviluppatosi intorno al ‘passaparola’. Oltre agli arresti – tre persone in carcere, quattro ai domiciliari con braccialetto elettronico – sono state effettuate decine di perquisizioni in tutta Italia, tra Roma, Mantova, Lecco, Sondrio, Bergamo e Parma.
Quindici cittadini stranieri, tra cui marocchini, nigeriani e dominicani, quattro dei quali abitanti a Livorno, sono stati denunciati per aver indotto in errore i pubblici ufficiali. In diversi casi è stato accertato che alcuni di questi stranieri erano stati anche licenziati e avevano chiesto il sussidio di disoccupazione. I permessi di soggiorno emessi tramite la presentazione di questi documenti falsi adesso verranno revocati, mentre tutte le altre posizioni verranno passate al vaglio. Il denaro veniva versato tramite ricariche su carte prepagate e dalle perquisizioni effettuate nella giornata di ieri sono stati raccolti altri elementi che potrebbero rivelare nuove posizioni sospette.
P.B.