Luca
Filippi
Abbiamo avuto paura dello straniero, del diverso, del rischio furti. E poi dei virus, della malattia e anche del vaccino (che invece ci salva la vita). E poi siamo a volte impauriti anche da piccole cose, come perdere le chiavi di casa, la fitta sullo sportello al parcheggio, lo yogurt scaduto. Insomma, in fatto di paura non ci facciamo mancare nulla.
Però questa settimana l’ordinanza del sindaco di Cecina Samuele Lippi ci ha ricordato una paura antica che molti di noi avevano vissuto solo nelle favole: la paura del lupo.
Una paura atavica, consegnata ai posteri dai toponimi dei luoghi più selvaggi come ’Poggio al lupo’, ’Macchia lupaia’ che evocano tempi lontani, in cui attraversando un bosco, si poteva incappare in un branco di belve affamate. Insomma, un mondo lontano dalla civiltà moderna in cui ci si muoveva a cavallo e con il moschetto e non certo con le scarpe da jogging e lo smartphone.
Eppure, ventuno anni dopo il Duemila, l’orologio della storia sembra essere tornato indietro riportandoci alla ’selva oscura’ di Dante: oggi il lupo fa di nuovo capolino nella nostre vite e lo fa, non nel fitto di un bosco lontano, ma a due passi da casa, nel vialetto della pineta dei Tomboli di Cecina Mare dove si va a fare una passeggiata o una corsetta. Dopo una serie di avvistamenti, Lippi ha deciso di agire per tutelare l’incolumità dei cittadini e degli animali disponendo l’allontanamento dei lupi dalle pinete costiere urbane e il collocamento in aree adatte. Un’esagerazione?
E’ possibile. Ma davvero non ci sono rischi per le persone, magari anziani o bambini che passeggiano in pineta? Gli esperti dicono che i lupi non attaccano l’uomo, tuttavia è preferibile non fare da cavia.