
La battaglia di Belvedere fu il ’battesimo’ di fuoco per i Nisei, il reggimento dei soldati americani di origine giapponese che nel giugno del 1944, insieme agli altri battaglioni della 34th Infantry Division “Red Bull”, liberarono la val di Cornia dall’occupazione nazista. E ieri mattina i figli dei militari che combatterono il 26 giugno di 78 anni fa sono tornati a Suvereto, ricevuti a Belvedere dalla sindaca Jessica Pasquini che ha ringraziato il gruppo per la visita ricordando il coraggio e il sacrificio dei loro avi. Semplice, ma sincera l’accoglienza del piccolo borgo con una colazione a base di dolci e caffè offerta dal B&B Belvedere. I nisei, come ha detto Giampiero Vaccaro dell’associazione Microcosmo nella sua ricostruzione storica basata sui documenti ufficiali dell’esercito americano, furono impegnati in violentissimi e sanguinosi scontri per espugnare il piccolo borgo di Belvedere, che i soldati tedeschi della 16° Divisione delle Waffen SS avevano trasformato in caposaldo. Attraverso il loro servizio, questi giovanissimi soldati rivendicarono la loro appartenenza al popolo americano. Molti di loro, mentre combattevano con coraggio e con sacrificio per liberare l’Italia dai tedeschi, avevano le famiglie chiuse nei campi di internamento. Ieri a Belvedere c’erano i figli dei soldati provenienti da San Francisco, Seattle, Los Angeles, Whashigton Dc, Hawaii. La comunità nisei è molto orgogliosa delle proprie tradizioni. Periodicamente, nel passato, reduci sono tornati in Italia ripercorrendo il proprio itinerario bellico. Orail testimone è passato a figli. Nel pomeriggio il gruppo, sempre guidato da Vaccaro, ha visitato le batterie di Punta Falcone a Piombino.
Luca Filippi