Livorno, 16 marzo 2020 - «Sarà il motto di mia figlia, così dirà ai suo nipoti ’Io sono nata durante la pandemia’". Emanuele Carmassi è felice e commosso quando parla della nascita della sua prima figlia, Gemma. Emozionato come un padre lo è in questi momenti speciali. Ma emozionato anche perché sua moglie, Romina, ha partorito in uno dei giorni più difficili per il nostro paese, mentre fuori dalla sala travaglio il Covid-19 contagiava tantissime persone.
Ma la forza della natura è eccezionale: nel bene, come per la nascita della piccola Gemma, nel male come nel dilagare di questo virus che sembra inarrestabile. "Stiamo vivendo una situazione paradossale – racconta Emanuele – perché nessuno è ammesso qui a vedere mia figlia. Solo mia moglie e io. Niente nonni, parenti che l’hanno vista in fotografia. Anch’io l’ho potuta toccare solo in sala parto, un secondo...". Il desiderio è quello di tornare a casa, al più presto. "Ci muoviamo indossando le mascherine – dice – qui tutto il personale ha mascherine e guanti. C’è massima attenzione. Quando, sabato mattina, siamo arrivati perché Romina aveva rotto le acque, ci hanno misurato la temperatura all’ingresso e fatto tutte le domande d’obbligo in questo momento così delicato". Poi l’attesa e alle 23 il primo pianto. Benvenuta Gemma, che il tuo nome sia per tutti un augurio di speranza. Michela Berti