LUCA FILIPPI
Cronaca

Il Comune di Piombino licenzia l'impiegato divenuto sindaco: il caso è anche politico

Il primo cittadino Pd di Monterotondo Marittimo, Giacomo Termine, deve cessare la sua attività

Il sindaco di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine

Piombino (Livorno), 31 dicembre 2019 - Il sindaco Pd di Monterotondo Marittimo, Giacomo Termine, licenziato dal Comune di Piombino. "La motivazione ufficiale – spiega la Cgil – dell’amministrazione piombinese (il provvedimento è stato formalizzato il 24 dicembre) è che Termine non avrebbe superato il periodo di prova. Il sospetto è che si tratti solo di un pretesto per mascherare un vero e proprio licenziamento “politico”".

La Cgil invita il sindaco di Piombino Francesco Ferrari a rivedere la decisione. In caso contrario il licenziamento verrà impugnato con l’apertura di una causa legale. "Termine – spiegano Fabrizio Zannotti, segretario Cgil provincia di Livorno e Mauro Scalabrini, segreteria Fp-Cgil provincia di Livorno – è da anni sindaco di un Comune che conta poco più di un migliaio di abitanti: la sua retribuzione non è dunque comparabile a quella di un sindaco di una città di medie dimensioni. Il 31 dicembre 2018 il primo cittadino è stato assunto dal Comune di Piombino – in quel momento guidato da un’amministrazione di centrosinistra - come istruttore direttivo amministrativo (cat. D). Ovviamente Termine – per poter continuare a svolgere nel migliore dei modi il suo mandato elettivo a Monterotondo - ha potuto e dovuto usufruire dei permessi previsti dalla legge per assentarsi da Piombino. La stessa cosa avveniva quando Termine era ancora dipendente presso il Comune di Gavorrano: il primo cittadino di Monterotondo Marittimo utilizzava legittimamente i permessi previsti dalla legge".

Termine da parte sua preferisce non rilasciare dichiarazioni, ma persone a lui vicine spiegano che sia rimasto molto deluso per quella che considera una scorrettezza anche nei confronti di un Comune di piccole dimensioni.

II periodo di prova obbligatorio normalmente dura sei mesi – afferma da parte sua il sindaco di Piombino Francesco Ferrari che guida una giunta civica di centriodestra – nel caso di Giacomo Termine, proprio a causa dei giorni di assenza maturati che ne fanno slittare la conclusione, non è bastato neanche un anno: ciò ha comportato l’impossibilità da parte del Comune di Piombino di valutare il suo operato, motivo per cui il periodo di prova è stato concepito, e confermarne la posizione nell’organico. Non è una scelta politica, il signor Termine a Piombino gode degli stessi diritti di un qualsiasi altro lavoratore ma, allo stesso tempo, deve ottemperare anche ai doveri che la sua posizione implica. Non credo sia giusto che qualcuno percepisca uno stipendio senza svolgere il lavoro che è chiamato a fare". Sul caso infine è intervenuto l’onorevole Pd Andrea Romano che parla di "un sindaco di piccolo Comune che esercita il sacrosanto diritto di essere al contempo amministratore locale e pubblico dipendente".