REDAZIONE CRONACA

Giacomo Salvini e i suoi “Fratelli di chat”

«Livorno nel cuore, ma servono dei passi avanti»

Il giornalista livornese Giacomo Salvini autore del libro "Fratelli di chat"

Il giornalista livornese Giacomo Salvini autore del libro "Fratelli di chat"

Livorno, 20 febbraio 2025 – Lo potremmo definire l’uomo del momento, colui che, in un comodo volume da 336 pagine, ha raccolto e divulgato chat e segreti del primo partito d’Italia. Giacomo Salvini, 30 anni livornese, con il suo “Fratelli di chat” occupa ormai stabilmente da giorni il primo posto delle classifiche dei libri più venduti.

In passato ha affermato “Nato a Livorno ma in perenne conflitto con la mia città” come mai?

«Le ragioni in realtà sono semplici, Livorno è una città bellissima in cui resterà per sempre un pezzo del mio cuore e in cui torno appena posso, tuttavia ai giovani potrebbe offrire di più. Però non ne faccio una “colpa” alla città in sé e per sé: ha tanti pregi e qualche difetto di una città di provincia. Detto questo, ripeto, si vive talmente bene che appena posso prendo un treno per tornare nel fine settimana».

Città di provincia ma da sempre impegnata politicamente...

«Certo Livorno ha una chiara identità politica e una storia importante a cui è ancora molto legata: rimane ancora uno dei baluardi contro l’avanzata della destra. Trovo però necessario che la città si liberi da un certo sistema di potere che si è radicato nel tempo. Nel 2014 per esempio quando vinse il Movimento 5 stelle fu trattato come un corpo estraneo, una parentesi da chiudere il prima possibile prima del ritorno del Pd: io credo che la politica cittadina debba fare alcuni passi in avanti”.

Pensa che questo impegno politico sia presente anche fra i giovani?

«Io ho frequentato il liceo scientifico Enriques e durante il mio percorso ho assistito ad un affievolimento dell’impegno politico: quando frequentavo il primo anno i miei compagni più grandi erano più impegnati politicamente, una volta arrivato in quinta la situazione era cambiata. Credo che sia fondamentale mantenere vivo questo impegno a partire proprio dalla scuola e dall’insegnamento dell’educazione civica in classe».