“Nuovo futuro per Rimigliano”. Si chiude vecchia convenzione

San Vincenzo, cade il progetto del maxi albergo. Il Comune restituisce 27 ettari di terreni di aree boscate a monte di via della Principessa oltre all’edificio per civile abitazione, già ex scuola materna di Rimigliano, posto a margine di via del Lago

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L'assessore Bertini

San Vincenzo, 18 novembre 2024 – Con l’autorizzazione ottenuta nell’ultimo Consiglio Comunale, il sindaco Paolo Riccucci nei giorni scorsi ha firmato l’atto notarile che sancisce la ‘retrocessione’ di alcuni beni immobili di Rimigliano alla società Chiusa Grande.

Si tratta di circa 27 ettari di aree boscate a monte di via della Principessa e dell’edificio per civile abitazione, già ex scuola materna di Rimigliano, posto a margine di via del Lago e attualmente in uno stato di abbandono e di pessima conservazione.

I beni in questione vennero ceduti gratuitamente dall’allora società al Comune di San Vincenzo nel 2012 nell’ambito della convenzione sottoscritta all’epoca, in ragione di interventi di trasformazione edilizia che però non hanno avuto esecuzione del corso del tempo.

Adesso dunque, considerate anche le previsioni urbanistiche non più vigenti, devono essere retrocessi all’originario privato proprietario non potendo essere utilizzati per l’assolvimento della funzione cui la gratuita cessione al Comune era preordinata.

“Grazie alla retrocessione di queste aree – sottolinea l’assessore all’Urbanistica, Nicola Bertini - è adesso possibile disegnare un nuovo futuro per Rimigliano, strutturando così una diversa pianificazione al passo con i tempi e coerente con la normativa regionale in vigore. La sfida infatti è quella che la conclusione di questo lungo iter da una parte possa comportare un ritorno importante per quanto riguarda l’interesse pubblico e dall’altra preveda la sostenibilità dell’investimento per la proprietà. La convenzione sottoscritta nel 2012 con il passare degli anni è diventata inattuabile, anche in considerazione del fatto che adesso quelle aree sono agricole, e per come era concepita non è più concretizzabile”.

“Si tratta dunque dell’atto conclusivo di un percorso avviato nell’ormai lontano 1997 con l’idea della costruzione di un grande albergo – conclude l’assessore Bertini -, un piano ormai logoro oltre che estraneo all’attuale legislazione regionale che non prevede interventi di quel tipo in ambito agricolo. Va così in archivio la visione edilizia della Tenuta e assume piena centralità l’unicità di queste aree che hanno caratteristiche paesaggistiche uniche oltre che un altissimo valore agricolo-ambientale, essendo strettamente connesse con il patrimonio storico archeologico della Val di Cornia”.