MONICA DOLCIOTTI
Cronaca

Incidente in Fipili, i funerali del rugbista, commovente omaggio della sua squadra / FOTO

Chiesa gremita per l'ultimo saluto al giovane atleta

Un momento dei funerali con l'omaggio degli amici e della squadra (Foto Novi)

Livorno, 5 ottobre 2018 - «Ricordatevi di ‘Odu’ ogni volta che giocherete una partita». Lo ha detto il parroco della Santa Seton, padre Carmine Madalese, ai compagni di squadra di Oduware Imafidon; il giovane di neanche 22 anni morto sulla Fi-Pi-Li nell’auto finita contro un mezzo pesante in sosta e guidata dal suo amico Klevis Luka, deceduto anch’egli il giorno dopo lo scontro all’ospedale.

Ieri pomeriggio la chiesa della beata Seaton era gremita all’inverosimile per l’ultimo saluto al giovane. In tantissimi hanno voluto abbraciarsi l’uno con l’altro nel giorno dell’ultimo saluto a Odu. Un dolore tanto tremendo che quasi si poteva toccare con mano

Non si davano pace i compagni di scuola dell’istituto Attias, gli amici e i compagni del Livorno Rugby e dei Lions. Stremata la madre di Odu, sorretta dalle cugine del giovani e da altri parenti familiari, ha seguito le eseque nonostante la notizia della morte del figlio le abbia provocato uno choc tale da costringerla al ricovero in ospedale.

«La mamma viveva per lui – racconta Elena Foresi, una delle sue insegnanti all’Attias – Faceva tantissimi sacrifici per il ragazzo e Odu si dava da fare studiando. Quest’anno si sarebbe diplomato lavorando: era un ragazzo d’oro».

Alla fine della cerimonia, gli amici hanno liberato dei palloncini in aria con scritto «21», il numero dei suoi anni. Al cimitero dei Lupi il feretro è stato portato a spalle dai compagni del Livorno Rugby e al suo interno sono stati messi un pallone e la maglia con il suo numero, il 13. Domenica giocheranno una partita-simbolo con i Lions al campo di via Settembrini per raccogliere fondi per la mamma.

I funerali dell’altro ragazzo morto nell’incidente, Klevis Luka, di 22 anni, saranno invece celebrati nella giornata di sabato 6 ottobre alle 15.30. 

Luca, nato a Tirana ma cresciuto a Livorno, lavorava con la mamma nella pizzeria Da Matilde. Come Odu, era molto conosciuto. Anche la sua morte – come d’altronde tutte quelle recenti dei giovani livornesi che hanno perso la vita sulla strada – ha suscitato uno strazio e un dolore senza fine.