Livorno, 22 giugno 2023 - Nel carcere di Porto Azzurro, all'isola d'Elba, ieri mattina mercoledì 21 giugno due detenuti stranieri hanno provocato un incendio nella loro cella: a rimanere intossicato uno degli agenti intervenuti a salvarli.
E' quanto riferisce in una nota il segretario regionale per la Toscana del Sappe, Francesco Oliviero, che commenta: "Ancora violenza in un carcere della Toscana per la folle intemperanza di due detenuti".
Secondo quanto riferito dal sindacato i due detenuti, "ristrettì nella stessa cella, pretendevano di essere trasferiti e tornare nell'istituto di provenienza. Subito dopo, iniziavano con le intemperanze distruggendo e incendiando quanto presente in cella. L'intervento immediato degli agenti di polizia penitenziaria di servizio ha fortunatamente fatto si che entrambi venissero salvati dal fuoco, ma a farne le spese, come al solito, è stato il poliziotto addetto alla sezione che nell'intervento è rimasto intossicato dal fumo provocato dall'incendio. L'agente è stato trasportato all’ospedale".
"La polizia penitenziaria in Toscana - sottolinea Oliviero – continua a subire violenza quotidiana tra la totale indifferenza degli organi superiori e delle istituzioni. Il carcere di Porto Azzurro, ormai da tempo, deve gestire con le esigue unità a disposizione detenuti problematici e poco inclini a qualsiasi piano trattamentale e, a parere del Sappe, sono incompatibili con la struttura penitenziaria elbana".
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, "è sotto gli occhi di tutti, Autorità politiche e ministeriali in primis, come servano interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto".
Per Elisabetta Nesi, segreteria Fp-Cgil provincia di Livorno, quanto «accaduto ieri all'interno del carcere rappresenta un fatto grave. L'ennesimo inaccettabile episodio di violenza registrato all'interno della struttura elbana. Esprimiamo innanzitutto solidarietà e vicinanza all'agente rimasto intossicato. Ribadiamo come simili inaccettabili episodi messi in atto all'interno del carcere siano da imputare soprattutto alla tipologia di detenuti inviati a Porto Azzurro».
Nesi ricorda, in una nota, che «la struttura ha sempre accolto detenuti con un fine pena importante ma ultimamente ha iniziato ad accogliere anche persone che devono scontare pene brevi, dunque più problematiche e meno inclini a intraprendere percorsi trattamentali. Ci appelliamo perciò nuovamente all'Amministrazione penitenziaria affinché non assegni più tale tipologia di detenuti alla casa di reclusione di Porto Azzurro». Nesi sottolinea «la grave carenza di organico: nella struttura elbana manca infatti circa il 30% del personale previsto. A quanto ci è stato riferito gli agenti effettuerebbero lavoro straordinario senza però essere retribuiti: se ciò fosse confermato si tratterebbe di un fatto grave ed inaccettabile. Invitiamo pertanto l'Amministrazione penitenziaria ad effettuare tutte le verifiche del caso e a mettere in campo tutti quegli interventi necessari a tutelare la dignità e la sicurezza di tutti coloro che lavorano all'interno del carcere».