REDAZIONE CRONACA

Livorno, in Villa Fabbricotti un defibrillatore in memoria del dottor Duccio Filippi

Cerimonia alla biblioteca con la presenza della moglie Lucia Borghesan e dei figli Marco e Daniela. Filippi, che iniziò a lavorare per il Comune nel 1972, ha dedicato l’intera sua attività alle biblioteche e ai musei livornesi.

La biblioteca di Villa Fabbricotti (Fonte: Comune di Livornmo)

La biblioteca di Villa Fabbricotti (Fonte: Comune di Livornmo)

Livorno, 19 aprile 2025 – Cerimonia alla Biblioteca Labronica “Francesco Domenico Guerrazzi” di Villa Fabbricotti (ingresso da viale della Libertà 30) in ricordo di Duccio Filippi, venuto a mancare alcuni mesi fa.

La moglie Lucia Borghesan e i figli Marco e Daniela consegnano alla Biblioteca un defibrillatore che la famiglia ha voluto donare in sua memoria.

Presenti, tra gli altri, il sindaco Luca Salvetti, il dirigente del settore Cultura Giovanni Cerini, la responsabile Biblioteche e Musei Valeria Cioni. La cittadinanza è invitata.

Il dott. Duccio Filippi, laureato in Lettere Moderne, iniziò a lavorare al Comune di Livorno nel 1972 e fu subito destinato alla Biblioteca Labronica. Alle biblioteche e ai musei livornesi ha dedicato l'intera sua attività, fino al pensionamento nel 2008, studiando ed operando affinché l'accesso ai documenti fosse sempre più facile e alla portata di tutti, sperimentando e adattando alla documentazione le potenzialità offerte dagli strumenti informatici di cui anche l'amministrazione pubblica si stava dotando.

Ciò nel convincimento che il loro uso non dovesse essere patrimonio di pochi ma al servizio di tutti. Grazie a lui il catalogo automatizzato e consultabile online di tutti i volumi posseduti dalle biblioteche della provincia di Livorno fu realtà molto prima che in quasi tutte le altre province toscane.

Come dirigente dei servizi culturali fu protagonista nel 1994 dell'inaugurazione del Museo Fattori nella attuale sede di Villa Mimbelli, dove curò anche la realizzazione di molte importanti mostre. Nel 2004 fu parte attiva del team per la riapertura del Teatro Goldoni.

Il sistema bibliotecario e la Biblioteca Labronica rimasero comunque sempre la sua “casa” lavorativa prediletta, che continuò a frequentare assiduamente anche dopo il pensionamento, portando avanti i suoi studi sulla storia della città operando concretamente nella Associazione livornese di Storia, lettere ed arti.