FRANCESCO MEUCCI
Cronaca

Livorno è la capitale italiana dei divorzi

L’Istat: sopra i 10mila abitanti è la città in cui i matrimoni saltano di più

Divorzi, separazioni, liti in famiglia: foto generica

Divorzi, separazioni, liti in famiglia: foto generica

Livorno, 10 giugno 2018 - Sarà che si affaccia sul mare, e perciò chi ci vive è costretto a scrutare sempre l’oltre e fare i conti con la vastità dell’orizzonte marino; o sarà perché i suoi abitanti più di ogni altra cosa amano la libertà. Fatto stato che Livorno risulta essere la "capitale" italiana dei divorzi. O meglio, lo è prendendo in esame le città grandi, quelle dai diecimila abitanti in su.

All’ombra dei Quattro Mori oltre il 14 per cento delle coppie ha deciso di metterci una pietra sopra e non tornare più indietro, cioè di non risposarsi più. Percentuale che è quasi il triplo della media nazionale (5,1 per cento) e il doppio di quelle della città vicine, come Pisa, ad esempio, dove il tasso di divorziati è pari al 7,06 per cento. I dati provengono dall’Istat e sono stati elaborati da Il Sole 24 Ore in una infodata che mette a confronto tutti i comuni italiani e dalla quale emerge come il divorzio – al pari di molte altre cose in Italia – sia ancora una volta una questione regionale. Nel senso che il loro numero diminuisce più si scende verso Sud e, di contro, aumenta andando verso Nord. Non a caso nella classifica nazionale – e sempre considerando le città grandi – dopo Livorno ci sono Trieste (12 per cento) e Aosta (11); mentre in fondo alla graduatoria troviamo Agrigento (3,1) e Caserta (4,7).

Il che potrebbe far pensare che nella scelta di voltare – per sempre e anche con l’avallo del tribunale – le spalle al proprio partner possa incidere in modo determinante sia un aspetto socio-culturale sia il tenore di vita. Da una parte il non sentire il vincolo del matrimonio come vincolo spirituale, dall’altra non avere l’assillo di fare sempre i conti per arrivare a fine mese.

Sembra pensarla in questo modo anche Iacopo Tozzi, avvocato del foro di Firenze e fra i massimi matrimonialisti in Toscana. "Va tenuto di conto – spiega – che il divorzio è meno diffuso in presenza di coppie più religiose; quindi al Sud dove, non a caso, è più alto il numero di matrimoni in chiesa. Di certo vale la motivazione socio-culturale, mentre direi meno quella economica. Lo dimostra il caso di Livorno: ha un numero di divorziati quasi doppio rispetto al resto della regione, ma è tutt’altro che la città più benestante della Toscana. E con il divorzio, ricordiamo, le spese rispetto alla separazione aumentano".

Viene a questo punto da domandarsi se una coppia che arriva a decidere di chiudere per sempre lo faccia in modo pacifico oppure no. "Nella maggior parte dei casi sì – dice ancora l’avvocato Tozzi – anche perché spesso si arriva a discutere durante la fase della separazione. Eppure ci sono dei casi, e non sono pochi, in cui quando si arriva proprio a mettere la parola ‘fine’ uno dei due ex coniugi faccia resistenza e si debba ricorrere alla via giudiziale".