ROBERTO MEDICI
Cronaca

Il panificio senza glutine dei detenuti: l’Elba adesso ha un forno per celiaci

A Porto Azzurro un’idea di riscatto e di impresa: da oggi la produzione

AL LAVORO Due dei detenuti che partecipano al progetto del forno senza glutine

Portoferraio (Livorno), 9 luglio 2017 - UN’IDEA imprenditoriale azzeccata, un progetto che mancava. Nasce dietro le sbarre del carcere di Porto Azzurro un’opportunità di riscatto e di «libertà». Finora sull’isola era impossibile trovare in commercio prodotti da forno freschi senza glutine. Mancava cioè una struttura per la produzione di pane e dolci «gluten free», per cui i celiaci – residenti e vacanzieri – erano costretti a utilizzare prodotti surgelati o a lunga conservazione. Una lacuna che finalmente è stata colmata proprio grazie ai detenuti di Porto Azzurro.

LA CASA di reclusione ospitata nel seicentesco forte san Giacomo ha aperto un panificio, con l’impiego di detenuti come lavoranti, che da domani comincerà a sfornare pane, schiaccine e dolci di vario tipo rigorosamente «glutine free» . Prodotti che si potranno trovare nei negozi delle catene Coop e Conad dell’isola e anche in vari e negozi di alimentari. «L’idea di realizzare il panificio per celiaci – spiega il direttore del carcere Frrancesco D’Anselmo – ci è venuta proprio tenendo conto del fatto che fino ad oggi sull’isola non era possibile trovare prodotti da forno freschi senza glutine. Credo che con questa attività si faccia anche un servizio al turismo. La produzione non sarà comunque a carattere stagionale, ma verrà effettuata tutto l’anno, considerando il fatto che anche all’Elba il numero di persone affette da celiachia è in crescita. Tutto questo senza entrare in competizione con altre attività imprenditoriali elbane».

IL PANIFICIO è stato realizzato nelle adiacenze della cucina del carcere utilizzando gli stessi locali che fino a qualche anno fa venivano utilizzati come panificio tradizionale. Produrrà ovviamente solo prodotti per celiaci perchè deve essere evitata la contaminazione con altri tipi di farine. A gestirlo sarà la cooperativa sociale elbana «Il forte elbano», una onlus di tipo B della quale fanno parte imprenditori isolani che hanno investito nell’iniziativa, alcuni carcerati e persone della società civile. Nella fase di avvio dell’attività, nel panificio – insieme a un esterno con funzioni di tutor – lavoreranno due detenuti appositamente formati che saliranno a 4 quando si arriverà alla produzione a pieno regime. «È un’esperienza importante – dice Simone, 37 anni, uno dei due reclusi fornai – che mi offre la possibilità di acquisire professionalità in un settore particolare che spero possa tornarmi utile dopo il carcere». Al taglio del nastro, insieme a numerose altre autorità, era presente anche il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri. «E’ un altro tassello – spiega l’esponente del governo – del percorso intrapreso per rilanciare questo carcere e costruire un ponte con la società civile».