Livorno, 18 marzo 2020 - Una vacanza ai Caraibi trasformata in un incubo per due famiglie di Livorno partite dall’aeroporto Malpensa di Milano il 7 marzo per arrivare Guadalupa, dove si sono imbarcate sulla nave ‘Favolosa’ della Compagnia Costa Crociere. A bordo però sono stati accertati due casi di contagio da coronavirus e il viaggio è diventato un dramma collettivo. Sono i protagonisti a raccontare la disavventura: Nicoletta Stradi (con il marito Michele Falchi, nella foto) e Gianni Incardona.
Il viaggio che avevate progettato vi ha precipitato un girone dantesco, è così? "Una situazione indescrivibile. - risponde Nicoletta - Siamo partiti io, mio marito e i nostri due figli il 7 marzo da Malpensa. Ma prima di farlo abbiamo scritto a Costa Crociere per sapere se era tutto sotto controllo e perché avevamo già pagato 5450 euro che la compagnia ci ha confermato non ci sarebbero stati rimborsati. Ci hanno scritto che la situazione non era critica. Così abbiamo deciso di andare".
Ma nonostante le rassicurazioni è accaduto l’irreparabile "Il 12 marzo il comandante della nave ha annunciato che a bordo della ‘Favolosa’ erano stati individuati due casi sospetti tra i passeggeri. Una volta fatto il tampone sono risultati positivi. La nave è rimasta bloccata alla Martinica con noi a bordo confinati nelle cabine, o sul ponte. Per i pasti tutti in gruppo senza rispetto delle distanze di sicurezza nei vari ristoranti aperti sulla nave".
Poi la nave è ripartita? "Dopo la sosta a Martinica ha ripreso la navigazione senza attraccare in altri porti fino a Guadalupa dove il 14 marzo avremmo dovuto riprendere l’aereo per l’Italia. Invece abbiamo dovuto attendere un volo partito alle 1 lunedì 16 marzo e atterrato a Malpensa alle 14 dello stesso giorno. A Malpensa ci hanno misurato la temperatura sapendo da dove eravamo arrivati e con la nostra autocertificazione siamo saliti in auto e siamo tornati a Livorno sempre lunedì alle 20. Strada facendo abbiamo dormito un’ora chiusi in auto in una piazzola di sosta perché distrutti. Ora resteremo in quarantena per due settimane".
Anche Gianni Incardona ha vissuto la stessa odissea. "Dopo mesi di lavoro speravamo si goderci la vacanza con i nostri figli di 5 e 12 anni. Abbiamo speso circa 5000 euro. Quando abbiamo chiesto a Costa Crociere se era possibile rimandare, o avere il rimborso ci è stato risposto che avremmo perso l’80% di quanto pagato e dovevano stare tranquilli perché tutto si sarebbe svolto senza imprevisti". Invece dal 12 marzo sono stati trovati due positivi al covid 19 a bordo nave. "Un’esperienza terribile su una nave con più di mille passeggeri, con l’aria condizionata che circolava ovunque, ristoranti affollati per i pasti e tutti gli altri servizi chiusi. Il rientro poi è stato altrettanto terribile. Atterrati a Malpensa abbiamo preso l’auto. Ora siamo a casa in quarantena".
Monica Dolciotti