
Classe 1957, nato a Roma ma livornese d’adozione, Paolo D’Attilio con l’incarico di nuovo Prefetto di Livorno torna a casa subentrando a Gianfranco Tomao. "Conoscere bene il territorio dove sono cresciuto e ho anche lavorato - queste le sue parole ieri all’incontro con i cronisti - certamente da una parte renderà più agevole il mio operato, dall’altra mi richiederà uno sforzo maggiore perché darà un banco di prova molto impegnativo". D’Attilio non ha perso tempo infatti perché ha subito convocato per oggi il Comitato per l’ordine pubblico al quale ha invitato i sindaci della provincia per fare il punto sulla situazione dell’emergenza covid. Ma anche per mettere a punto la macchina organizzativa dell’evento più importante per l’estate livornese: Effetto Venezia. "In gran parte è stato già predisposto tutto grazie al mio predecessore. - ha spiegato D’Attilio - Però la manifestazione prevede non solo spettacoli, ma anche mercatini con banchi. Voglio capire bene come funzioneranno ai fini delle normative per il distanziamento anti coronavirus. Il prefetto Tomao a questo proposito aveva già chiesto al Comune di mettere in campo più stewart almeno fino a 130". In questa estate condizionata dall’epidemia da coronavirus sorvegliati speciali sono i luoghi di aggregazione specie quelli prediletti dai giovani: discoteche (fatte chiudere dal ministro della salute Speranza con l’ordinanza di domenica) e i locali della movida per i quali è stato imposto l’uso della mascherina a prescindere che ci si trovi dentro o fuori, dalle 18 alle 6 del mattino perché ultimamente è cresciuto il contagio tra i più giovani. "Venendo dall’esperienza fatta a Massa come Prefetto - ha sottolineato D’Attilio che è stato anche vice Prefetto vicario a Genova - dove nonostante la situazione drammatica con più contagi e vittime che nel resto della Toscana, non abbiamo fatto gli sceriffi, ma i controlli sì. E le sanzioni a chi violava le normative. Qui a Livorno procedero’ allo stesso modo nei riguardi della movida della quale ho già discusso con il sindaco Luca Salvetti che ho incontrato lunedì. La movida aveva le stesse dinamiche anche nei primi anni duemila quando ero ancora alla Prefettura di Livorno. Oggi ha questo fattore di rischio in più, quello del possibile contagio da covid che si può prevenire con l’impegno dei gestori dei locali, dei giovani, delle istituzioni a partire dalle amministrazioni comunali". Sulla applicazione ‘immuni’ per tracciare gli eventuali contagiati "non mi convince del tutto. - è stata la risposta del Prefetto - Io non l’ho scaricata".
Monica Dolciotti