Naregno, (Capoliveri, isola d’Elba) - Le albe non sono tutte uguali, ma si somigliano. Se decidi con intenzione di fotografarle quotidianamente o quasi per 10 anni, catalogando in un archivio decine di centinaia di immagini in formato raw, cerchi qualcosa. E non sono le cento sfumature di rosso.
“Mi interessa la luce, da molti anni fotografo tutti i giorni questo luogo incredibile, Naregno, alla ricerca dello shining” - dice Gian Carlo Diversi, il fotografo elbano che ha trovato nell’obiettivo un modo per penetrare la realtà e diventare un unicum con la natura che lo circonda.
Alba dopo alba, finché la mattina dell’11 luglio, vuoi le condizioni metereologiche favorevoli, l’alto tasso di umidità, le perturbazioni dei giorni precedenti, vuoi l’occhio allenato, Gian Carlo è riuscito a visualizzare a occhio nudo la grande macchia solare R3310, quattro volte più grande della terra e a fotografarla. Le foto sono state poi riprese dal sito che si occupa di astronomia coelum.com.
Siamo andati a trovarlo, naturalmente all’alba, per saperne di più. Ci ha accolto entusiasta con un caffè e la macchina fotografica sul cavalletto. “Non mi era mai capitato in tanti anni di osservazione” - ci ha detto - “Credo di essere l’unico o uno dei pochi che l’11 luglio ha osservato e fotografato la macchia R3310.”
La video intervista
Cosa sono le macchie solari?
"Si tratta di ampie zone oscure, zone di depressione sulla superficie solare in cui la temperatura è inferiore e il magnetismo è molto elevato. Possono essere pericolose perché generano poi delle esplosioni che possono provocare tempeste magnetiche e grandi black out sulla terra. Adesso poi siamo in una fase di massima espansione dell’attivita frenetica del sole che ogni 11 anni raggiunge il picco”.
Qual è il significato della sua attività fotografica?
"Fotografare, usare l’obiettivo per guardare la realtà, mi ha consentito di scoprire cose mai notate e di conseguenza mi ha condotto ad approfondire materie che non conoscevo, a studiare i cicli del sole e della luna, le piante, gli animali. Oggi mi qualifico come fotografo del territorio che segue le trasformazioni quotidiane della natura, dagli animali selvatici alle piante, compresi i numerosi endemismi che caratterizzano l’arcipelago toscano. Qui siamo in un posto privilegiato, l’isola è protetta da Corsica e Sardegna da un lato e dal continente italiano dall’altro, con i cambiamenti climatici, il vento, il mare e le sue correnti, siamo dei grandi produttori di energia. Qui possiamo catturare “la grande luce e i suoi colori”, come già fecero i pittori ottocenteschi del Grand Tour”.
Cos’è lo shining che va cercando?
"Sono un visionario. Cerco la bellezza e la gentilezza. Le luci e le ombre che ci circondano sono quelle della nostra vita. Vado dietro all’energia vitale, alla luccicanza. La luce è uno “shining” e io la seguo, a volte per ore a volte solo minuti o secondi, quando la trovo provo una vera condizione di estasi. È un guardare fuori per entrare nel tuo mondo personale e vedere le cose come sono realmente”.
Qui siamo anche vicini alla importante zona umida di Mola, la ha osservata?
"Mi sono occupato molti anni di studiare le numerose specie di volatili che ci sono, dai grandi migratori che si fermano durante i loro lunghi spostamenti agli uccelli che poi diventano stanziali. Abbiamo una ricchezza infinita, il nostro è un micro e macro cosmo da osservare, penetrare e amare”.
Cosa pensa del dissalatore?
"Sono sempre stato contrario, non tanto per il progetto che ho avuto modo di studiare ed è ben fatto, ma per le possibilità altre che ci sarebbero state. Si tratta di un’opera industriale impattante e si trova molto vicina alla zona umida fondamentale per la salvaguardia della biodiversità. Si tratta di grandissimo stabilimento che in previsione della siccità potrebbe servire, ma è stata un’imposizione e governativa e non una scelta".
Il tempo stringe, è arrivato il momento dei saluti, ma staremmo ad ascoltarlo per ore. , Il sessantenne elbano (nato in Brasile), ha tante cose da raccontare. Scopriamo che dopo un passato da attivista politico e varie delusioni, ha trascorso gli ultimi 7 anni in una solitudine quasi totale, fatta eccezione della compagna Nancy. E che ora, finalmente e arrivato il momento di “tornare”. Bentornato allora a Gian Carlo Diversi che sta già pensando all’allestimento di collettiva fotografica organizzata con Alessandro Beneforti ed altri, in calendario per il 2 agosto proprio qui a Naregno.
di Valerie Pizzera