Livorno, 12 gennaio 2023 - "L'Italia si attiene in modo scrupoloso alle sanzioni verso l'Iran che vietano ogni trasferimento di armi verso il Paese. Non è stata rilasciata alcuna autorizzazione all'esportazione di armi ma continueremo a vigilare e a seguire con attenzione possibili trasferimenti illeciti di armi verso l'Iran o sviamento da altri Paesi verso l'Iran".
Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in audizioni alle commissioni Esteri congiunte, replica alla domanda di esponenti dell'opposizione sul ritrovamento di cartucce di un'azienda italo-francese (la Cheddite di Livorno) che sarebbero state usate dalla polizia iraniana per reprimere le manifestazioni e che sarebbero arrivate dalla Turchia. Tajani ha poi letto la risposta scritta del viceministro degli Esteri Cirielli a un'interrogazione parlamentare analoga.
Nella risposta di Cirielli si sostiene che l'azienda non ha mai ricevuto l'autorizzazione alla movimentazioni di armi verso l'Iran e che l'azienda ha affermato che le cartucce ritrovate non sono mai state prodotte nell'azienda di Livorno e che anche un'ispezione della Digos avrebbe dimostrato che le cartucce non sono conformi a quelle trovate in Iran.
Nella risposta del viceministro si conferma che «la Cheddite Italy S.r.l. è una società iscritta al Registro delle imprese autorizzate ad esportare materiali di armamento. Tuttavia non ha mai ricevuto né per l'Iran, né per altri Paesi, autorizzazioni alla movimentazione di materiali d'armamento ai sensi della Legge 185/90. Negli ultimi cinque anni, invece, sono state esaminate un certo numero istanze di autorizzazioni ai sensi della Legge 110/75 presentate da Cheddite Italy S.r.l. al Ministero dell'Interno per l'esportazione di cartucce e polvere da sparo verso diversi Paesi. Tra le autorizzazioni rilasciate all'azienda dalla Prefettura di Livorno, alcune hanno riguardato la Turchia (anni 2018 e 2019) ed altre il Libano (anni 2019 e 2022). Nella fase istruttoria delle istanze riguardanti, in particolare, la Turchia, non risulta tuttavia menzionata quale destinatario, o ad altro titolo, la società Yavascalar YAF o Zsr Patlayici Sanai A.S.».
In riferimento al materiale fotografico circolato in Francia ed in Italia e che mostra bossoli riportanti il logo della Società Cheddite Italy S.r.l. e delle altre società citate, «l'azienda italo-francese - si legge nella risposta scritta - ha affermato 'con assoluta certezza che tali cartucce non sono mai state prodotte nello Stabilimento di Livornò. Secondo quanto riferito dal Ministero dell'Interno, il 29 novembre scorso, personale della Questura ha effettuato presso l'azienda livornese una verifica ispettiva in merito all'esportazione di materie esplodenti, confezionate in quel deposito. La Digos locale ha segnalato che 'non emergevano elementi univoci che potessero collegare l'azienda ai proiettili riprodotti in foto. Infatti, sebbene i fondelli fossero compatibili, i bossoli non erano conformi a quelli prodotti in Francia e lavorati in Italià».