A Livorno il vero ospedale delle tartarughe: ecco come interviene

Esemplari di "caretta caretta" recuperati sulle coste della Val di Cornia sono seguiti e curati dagli esperti dell’Acquario di Livorno

Caretta caretta in mare

Caretta caretta in mare

Livorno, 22 febbraio 2021 - Negli ultimi tempi si è ripetutamente verificato sulle coste del nostro litorale il fenomeno di tartarughe spiaggiate.

Spesso, ancora di piccole dimensioni, le tartarughe arrivano sulle nostre spiagge prive di vita o con problemi di salute. E’ fondamentale l’intervento dello staff che provvede al loro salvataggio e inserimento in un habitat opportuno che consenta di fornire alle tartarughe le cure necessarie al loro ristabilimento.

Questo processo di salvataggio è gestito dalla Costa Edutainment, che ha due centri di recupero per le tartarughe marine, uno a Genova e l’altro a Livorno, nei relativi acquari. Questa società, che si occupa di promuovere la tutela e il rispetto ambientale, ha dato vita al progetto di recupero e assistenza delle tartarughe marine, perché, come ci ha spiegato il biologo e referente del centro recupero e dei rapporti istituzionali con l’organo regionale dell’osservatorio toscano della biodiversità, Giovanni Raimondi, "è opportuno che un organo di questo tipo abbia un ruolo attivo nel mantenimento della salute e della biodiversità dell’ambiente".

Quindi, è stato istituito, all’acquario di Livorno, un centro di recupero per tartarughe marine, che fa parte di una rete regionale di spiaggiamenti e recupero di animali in pericolo: l’osservatorio toscano per la biodiversità. Questa organizzazione permette alle tartarughe, dopo il recupero in loco, di essere visitate, curate, riabilitate e messe nelle condizioni per poter ritornare nel loro habitat naturale. Sono due in particolar modo le specie di cui si occupa il centro di riabilitazione: Caretta Caretta e Chelonia Mydas, quelle che si trovano sulle nostre coste.

Nonostante lo spiaggiamento si sviluppi a oggi con una certa frequenza, non sono ancora ben chiari i motivi che possano averlo causato: infatti, i biologi sono in attesa di ricevere i referti con i risultati delle analisi che permetteranno di comprendere se dietro a questo fenomeno possano celarsi eventuali patologie o se si tratti di una conseguenza delle forti mareggiate registrate in questi mesi. ( Hanno collaborato Paola Lolaico e Caterina Bartalucci del liceo classico )