Altra giornata da incubo al carcere di Porto Azzurro: un detenuto ferisce tre poliziotti

La rabbia del sindacato Sappe: “Quell’istituto non è adatto ad ospitare certi soggetti problematici. Inascoltati i nostri continui gridi d’allarme”

Il carcere di Porto Azzurro

Il carcere di Porto Azzurro

Porto Azzurro (Isola d’Elba), 23 settembre 2024 - Ennesima giornata di follia nel carcere di Porto Azzurro, dove ieri mattina un giovane di origine africana ha picchiato tre poliziotti. Parla di “aggressione violenta e assurda” Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del sindacato autonomo polizia penitenziaria. “Il detenuto - racconta il sindacalista, - invece di andare nel cortile dei ‘passeggi’ si era arbitrariamente spostato dalla sua cella alla rotonda del carcere. Una volta che gli agenti lo hanno bloccato, li ha colpiti violentemente con calci e pugni. Solo grazie all’aiuto di altri due poliziotti le forze dell’ordine sono riuscite a contenere l’uomo e a portarlo in infermeria”. Risultato dell’ennesimo episodio da dimenticare: tre agenti feriti, arrivati al pronto soccorso con varie tumefazioni al viso e al corpo, tanto da avere dieci giorni di prognosi. Gli altri due poliziotti corsi ad aiutare i colleghi se la sono per fortuna cavata con piccole escoriazioni e, dunque, vista anche la carenza di personale, hanno coscienziosamente proseguito il servizio.

“Il personale del carcere elbano è stanco di dover continuare a lavorare in tali condizioni, con soggetti problematici e poco inclini al rispetto delle regole - denuncia il sindacalista -. Abbiamo fatto tante segnalazioni, ma nulla è cambiato. Denunciamo dunque nuovamente tutte la nostra difficoltà. E ricordiamo che quel carcere è una ‘casa di reclusione’, dove dovrebbero essere accolti detenuti definitivi e con percorsi rieducativi avanzati. Purtroppo, la scelta dell’amministrazione penitenziaria di accogliere soggetti di difficile gestione sta condizionando in negativo anche coloro che invece intendono completare tranquillamente la loro detenzione”. Oliviero evidenzia la “non idoneità strutturale” del carcere ad ospitare certi soggetti e denuncia ancora una volta “un serio pericolo per quanto riguarda la sicurezza del personale”.

“I nostri continui gridi di allarme sono rimasti inascoltati, sia dai competenti uffici ministeriali ma soprattutto dai vertici del penitenziario che, ribadiamo ancora una volta, non sono adeguati alla gestione amministrativa ed operativa della struttura”, punta il dito il sindacalista, per il quale “non sono più rinviabili provvedimenti risolutivi”. Insomma, “vanno allontanati da quella casa di reclusione tutti quei soggetti il cui profilo non è idoneo al progetto dell’istituto”.

Da parte sua, Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà ai colleghi feriti e denuncia ancora una volta la condizione critica in cui versa il sistema penitenziario nazionale. "La tensione è palpabile e ogni giorno i servitori dello Stato pagano il prezzo più alto. È un’offesa alla Nazione che non può essere ignorata". Capece lancia infine un appello urgente al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e al ministero della giustizia affinché vengano adottate misure più severe nei confronti dei detenuti violenti. "Non possiamo più tollerare episodi del genere. I detenuti violenti non meritano alcun tipo di beneficio. Bisogna applicare le norme previste e dotare il personale di strumenti adeguati per la propria difesa".