MONICA DOLCIOTTI
Cronaca

Calafuria, immersioni a rischio

Il paradiso del diving messo in difficoltà dai cantieri al ponte

Simona Vajani presidente dell'associazione Diving Torre di calafuria

Livorno, 27 agosto 2019 - Simona Vajani, è la presidente dell’Associazione Diving Torre di Calafuria, riconosciuta in Italia e all’estero, attiva tutto l’anno, con oltre seicento soci di Livorno e nel resto della Toscana.

La situazione del ponte di Calafuria preoccupa gli appassionati delle immersioni e Simona , perché le recenti restrizioni sull’accesso alla zona sottostante il ponte, rischiano di creare problemi per il futuro dell’Associazione. «Il centro immersioni Torre di Calafuria ora è ufficialmente chiuso - spiega Simona - perché il percorso preesistente per entrare ed uscire dall’acqua in sicurezza per i sub, è stato interdetto a causa della caduta delle canale dal ponte».

L’area interessata è stata transennata e il divieto di accesso vale per tutti, anche i sub. «Su questo punto sono d’accordo. I divieti vanno rispettati. - dichiara Simona - Infatti siamo fermi con l’attività, nonostante sia un danno perché siamo nel pieno della stagione».

Così ieri, approfittando del sopralluogo fatto dai tecnici del Comune e della protezione civile, intervenuti per il cantiere sul vicino ponte della ferrovia, Simona ha chiesto «un accesso alternativo permante per la pratica subacquea. Mi è stato risposto che sarà fatto il possibile per realizzare una scala e un pontile che potranno esserefruibili da tutti».

Sottolinea poi «il golfetto di Calafuria non solo è un luogo per frequentare il mare, ma anche per gli interventi di soccorso ai bagnanti che vedono impegnati Svs e Misericordia». A ottobre inizieranno i lavori al ponte di Calafuria, per il quale servono interventi urgenti anche per il deterioramento dei rivestimenti in calcestruzzo.

«Ma l’attività delle immersioni - sottolinea Simona - prosegue anche a ottobre. L’unico momento morto è a febbraio e a marzo, per cui rinnovo l’invito alle istituzioni a procedere più velocemente possibile. Ci sono state date tuttavia rassicurazioni che ci confortano e ci fanno ben sperare». D’altra parte «già si è provveduto a realizzare una scala in legno alternativa al vecchio percorso usato per scendere alla scogliera - osserva Simona - ora inaccessibile. Questa disponibilità e tempestività è un segnale confortante».