
Tra meno di una settimana, il 30 luglio, si deciderà come operare per il recupero delle ecoballe dal fondale del golfo di Follonica. C’è un budget massimo di 4 milioni di euro per la missione. Una cifra che potrebbe essere anche inferiore se tutto andrà bene, ma che prudenzialmente è stata fissata per non avere problemi durante l’esecuzione dei lavori. Il commissario Angelo Borrelli, giovedì ha già riunito i soggetti interessati e ha dato mandato alla task force di elaborare il piano operativo. Borrelli ha firmato l’ordinanza che prevede un Comitato di indirizzo, composto dall’Ammiraglio Aurelio Caligiore, da un rappresentante del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e da un rappresentante per ciascuno del Ministero della Difesa - Marina Militare, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Comando Generale delle Capitanerie di Porto, dell’Autorita’ di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, della Regione Toscana, del Comune di Follonica, del Comune di Piombino, dell’Azienda Sanitaria territorialmente competente, dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra) ed dell’Agenzia regionale per la Protezione ambientale della Toscana (Arpat). A coordinare il tavolo tecnico come abbiamo già spiegato ieri, Borrelli ha nominato l’ammiraglio Aurelio Caligiore. Caligiore conosce bene il dossier e quindi ha tutti gli elementi per poter velocizzare l’intervento. Ma il tema non è solo tecnico. In queste ore si sta lavorando alla predisposizione di tutta la documentazione burocratico-amministrativa per l’operazione, dall’affidamento dell’incarico, alle problematiche di sicurezza e turela dell’ambiente ai servizi logistici e di supporto. Il 30 luglio ci sarà comunque la scelta sulle modalità di intervento. Ci sarà probabilmente una gara a trattativa diretta con due, tre aziende di comprovata capacità tecnica per il recupero. Teoricamente il recupero potrebbe essere svolto anche da soggetti dello Stato come la Marina Militare che sicuramente ha competnze tecniche elevate, ma probabilmente si opererà con aziende del settore (come potrebbe essere Saipem) per avere una maggiore agilità e strumenti e apparecchiature espressamente dedicate. La base operativa della missione sarà il porto di Piombino, con utilizzo della sala della Protezione Civile che ispone di tutte le attrezzature per le videoconferenze e verrà naturalmente coinvolta la Guardia Costiera di Piombino che potrà assicurare tutti i servizi di supporto. Se tutto andrà come previsto, si dovrebbe riuscire a iniziare le operazioni di recupero prima del 15 agosto.
Luca Filippi