Morti sospette, maxi risarcimento. Asl condannata a pagare 920mila euro

Piombino, il caso seguito dallo studio Napoleoni di un 78enne. Pazienti non tutelati da situazione di rischio

Fausta Bonino

Fausta Bonino, l’ex infermiera accusata di omicidio. Il percorso legale dei possibili risarcimenti non dipende direttamente dall’esito del processo penale

Piombino (Livorno), 29 settembre 2024 – Nuovo colpo di scena nella vicenda delle morti in ospedale a Piombino. Parallamente ai procedimenti penali, ci sono state le istanze legali per i risarcimenti in sede civile, un percorso parallelo appunto, ma non direttamente dipendente dall’esito del processo a Fausta Bonino, l’ex infermiera accusata di omicidio, processo, che dovrà celebrarsi in Cassazione dopo i primi due gradi di giudizio che hanno visto la donna prima condannata all’ergastolo, poi assolta e infine, per il ricorso della Procura, di nuovo ’condannata’. Ma il percorso legale dei possibili risarcimenti non dipende direttamente dall’esito di questo processo penale.

Il tribunale civile di Livorno ha infatti condannato l’Asl Nord Ovest a a pagare ai parenti di una delle vittime, un uomo di 78 anni, oltre 920 mila euro tra risarcimenti e spese legali. Una decisione motivata dal fatto che, per il giudice, in sostanza l’Asl sarebbe dovuta intervenire dopo una serie di morti sospette, a tutela dei pazienti. “Si trattava dell’ottavo caso di decesso anomalo – ricorda l’avvocato Roberto Napoleoni dell’omonimo studio di Piombino, che fin dall’inizio ha curato gli interessi di alcune famiglie delle vittime – la nostra azione legale si è basata appunto sulla mancata tutela dei pazienti e il giudice ha ritenuto valide le nostre ragioni”. Per il giudice civile sarebbe stato necessario agire diversamente, dopo le precedenti morti sospette. Per due decessi, gli esami di laboratorio avevano già rivelato anomalie dei valori ematici. Per questo quando ci fu il decesso del 78enne, l’azienda sanitaria “aveva a disposizione gli elementi fattuali che avrebbero dovuto allertarla”, si legge nelle sentenza.

Tecnicamente la sentenza è immediatamente esecutiva, l’Asl è tenuta a pagare il risarcimento di oltre 900 mila euro. Ma è chiaro che c’è la possibilità di fare ricorso, procedura di prassi obbligatoria per gli enti pubblici. Il risarcimento deciso dal giudice per i parenti dell’uomo di 78 anni (moglie, figli, fratello e nipoti), potrebbe però non essere un caso isolato. “Ci sono altri tre procedimenti che stiamo seguendo – spiega l’avvocato Napoleoni – per altre famiglie di vittime con situazioni analoghe a questo caso, per le quali contiamo di ottenere il riconoscimento delle istanze”. Quindi per l’Asl Nord Ovest, si profila un costo elevato, nel caso in cui le richieste di risarcimento dovessero essere confermate anche in appello.