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Livorno, la testimonianza di Belais in consiglio comunale: “Sono stato molestato in ospedale”

Drammatico racconto dell’esponente 5 Stelle in consiglio comunale quando è stata discussa la mozione Pd sull’educazione affettiva e sessuale dei ragazzi

Al centro Francesco Belais

Al centro Francesco Belais

Livorno, 24 novembre 2024 – Il 14 novembre si è svolta in Tribunale a Livorno l’audizione ai fini dell’incidente probatorio, di dieci delle dodici persone offese, che avrebbero subito le presunte violenze sessuali da un medico del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Livorno, sospeso per un anno e finito agli arresti domiciliari, poi revocati. La notizia è emersa a settembre. Nuovo round l’11 dicembre, poi la parola passerà al pubblico ministero. Il medico è finito agli arresti domiciliari, dopo le indagini condotte dai Carabinieri del Nas in seguito all’esposto presentato in Procura de da una sola delle parti lese, tutti uomini. I fatti risalgono a circa un anno e mezzo fa.

Di questa vicenda si è tornati a parlare. A farlo è stato il consigliere comunale Francesco Belais (5 Stelle) che durante la seduta del consiglio in diretta streaming, è intervenuto, mentre si stava discutendo la mozione firmata dal gruppo del PD, sull’educazione all’affettività e alla sessualita a scuola di bambini e adolescenti. Belais ha voluto portare il suo contributo, dichiarando: “Sono uno dei pazienti nei confronti del quale il medico indagato ha manifestato le sue ’attenzioni’ indesiderate. Poco fa ero in tribunale e sono sconvolto. Ma questo non mi impedisce di dire la mia sulla mozione del PD interessante e opportuna, perché bisogna trattare questi temi”.

Ha proseguito: “Sono molto provato. Ho subito molestie da un medico dell’ospedale. Per cui è il caso di dire che bisogna insegnare alle persone anche a difendersi. Io stesso che sono una persona adulta, devo dire che ho avuto problemi a denunciare i comportamenti subiti e reiterati nelle visite fatte in ospedale. Ma in questa aula del consiglio comunale, ho vissuto un altro disagio, come quando il consigliere Alessandro Perini (di Fratelli d’Italia, contrario alla mozione, ndr) ha detto che servirebbe a entrare nelle teste dei bambini. Ebbene sono docente alle superiori e io e i colleghi educhiamo i ragazzi al rispetto delle differenze. Per quanto mi riguarda, ero omosessuale già a 7 anni alle elementari. Mi chiamavano ’femminuccia’. Quando si dice entrare nella testa dei bambini, mi sento di affermare sì, bisogna farlo. Ma nella testa dei ragazzini bulli, perché lo sono già da piccoli”.

Ha proseguito: “Al liceo per due mattine svegliandomi sotto casa, ho trovato la scritta ’finocchio’ a lettere cubitali. Quindi dobbiamo educare alle differenze”. In questo sforzo ha osservato “spesso le famiglie non ci sono”. Ha concluso: “Una persona non diventa gay. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che l’omosessualità è una variante naturale del comportamento sessuale umano, ma anche tra gli animali”.

Monica Dolciotti