PIOMBINO (Livorno)
A gennaio, quando venne firmato il primo accordo per il rilancio delle Acciaierie, quattro mesi sembravano un tempo più che sufficiente per passare da un impegno di massima al piano industriale vero e proprio, ma così non è stato. Sono trascorsi i 120 giorni dalla firma del Memorandum sul Polo Siderurgico, l’intesa propedeutica alla sottoscrizione dell’Accordo di programma, fra ministero delle Imprese, Regione, Comune di Piombino, Metinvest Adria, Metinvest Bv e Danieli sul rilancio del polo siderurgico di Piombino. Il protocollo definiva le condizioni per la stipula, entro quattro mesi, dell’Accordo di programma. Metinvest Danieli, che nei giorni scorsi ha incontrato le organizzazioni sindacali, si è detta pronta alla firma entro giugno. Intanto c’è da registrare lo slittamento, dal 17 maggio ai primi di giugno, e i sindacati hanno già chiesto la convocazione al ministero.
Ma le preoccupazioni arrivano anche sul fronte Magona, dopo l’annuncio della probabile messa in vendita da parte del gruppo inglese Liberty. A Piombino ci si chiede se lo stabilimento che dà lavoro a circa 500 dipendenti possa avere tutte le garanzie per poter operare con successo. Tra l’altro con l’arrivo a Piombino del gruppo Metinvest-Danieli e lo sviluppo di produzione di acciai piani, l’attività di Magona, una delle più antiche indiustrie taliane, fondata nel 1891, che produce lamiere zincate e preverniciate, potrebbe integrarsi molto bene con la nuova acciaieria. E anche per questo i sindacati hanno chiesto un incontro urgente al ministro Adolfo Urso.
Luca Filippi