di Maila Papi
PIOMBINO (Livorno)
Piombino, insieme a Cornigliano (Genova), Bagnoli (Napoli) e Taranto è stato uno dei quattro grandi centri della siderurgia italiana, quando lo Stato produceva acciaio per alimentare l’industria nazionale.
Anni di grandi investimenti, ma anche di boom economico per l’Italia e di profonde trasformazioni. Anni che oggi appaiono ingialliti, racchiusi nel bagaglio di un benessere economico per tutto il Paese che appartiene al passato.
Oggi, a distanza di poco più di mezzo secolo, Piombino può però tornare a essere uno dei pilastri dell’industria italiana grazie alla combinazione di più fattori.
La firma di venerdì scorso al ministero delle Imprese da parte di Sajjan Jindal, avvenuta dopo quella del gruppo Metinvest-Danieli, apre infatti le grandi prospettive per un nuovo ciclo del polo siderurgico.
Piombino ha una situazione ideale, con grandi spazi dell’area industriale e le vicine banchine del porto per l’arrivo e la partenza dei materiali.
Sul piatto c’è un investimento di due miliardi di euro da parte del gruppo Metinvest-Danieli, con nuovo forno elettrico digitale e linee di laminazione per coils (i rotoli di acciaio piano da cui si ricavano poi tantissimi prodotti, dalle lamiere per le auto ai materiali da costruzione, agli elettrodomestici) e un ammodernamento delle linee di produzione da parte di Jsw Steel (Jindal) con un intervento da 143 milioni per rifare il laminatoio delle rotaie che potranno essere lunghe fino a 120 metri (un solo pezzo) e raddoppiare come produzione dalle attuali 300mila tonnellate annue a 600mila.
L’acciaio, nonostante i cambiamenti del mondo moderno, è ancora assolutamente necessario e attuale: serve sempre di più come materiale da costruzione, serve anche in un mondo digitalizzato e interconnesso e ha il pregio di essere reciclabile al cento per cento.
Infatti una buona parte del materiale per alimentare il forno elettrico di Piombino sarà formata da rottame, che è una risorsa preziosa al pari delle miniere di ferro.
"Con il protocollo firmato poniamo le basi per il rilancio del polo siderurgico di Piombino restituendo centralità a un’area che, per la trasformazione dell’acciaio, da sempre è stata un punto di riferimento in Italia e in Europa – spiega il ministro Adolfo Urso –. Questo memorandum fa seguito all’analogo sottoscritto con Metinvest lo scorso 17 gennaio".
Il ministro Urso aggiunge: "Sono certo che la coesistenza dei due investimenti porterà grandi vantaggi in termini produttivi e di capacità di offerta, ridando a Piombino la dignità di un grande polo siderurgico nel rispetto dei più elevati standard tecnologici e ambientali".
I sindacati però sono prudenti e chiedono garanzie, viste le precedenti esperienze.
"Ora chiediamo che ci sia trasparenza. Giovedì delal prossima settimana, quando il ministro Urso verrà a Piombino a incontrare i lavoratori e le organizzazioni sindacali – dicono Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, Massimo Braccini, segretario generale Fiom Livorno e David Romagnani della Fiom Livorno – ci aspettiamo che vengano spiegati i contenuti dei due memorandum e che si apra finalmente una discussione sui piani industriali e si passi ai fatti, visto che ci sono 1.400 persone che aspettano risposte sul proprio futuro. Attendiamo quindi di essere convocati quanto prima al Mimit per entrare nel merito, ricordando che il rilancio di Piombino si fa con i lavoratori".